sabato 17 maggio 2014

Il vino delle stelle A' Puddara 2012, "lungo nel ricordo"... Da White Wine Show, il Carricante di Tenuta di Fessina sul TaccuVino

«La Chioccetta per l’aia azzurra / va col suo pigolio di stelle» Giovanni Pascoli, Il gelsomino notturno
Reduci dalla manifestazione tenutasi a Riccione ad inizio maggio, White Wine Show, dove Tenuta di Fessina ha offerto in assaggio i nuovi cru di carricante, segnaliamo l'uscita sul TaccuVino di un inedito articolo, realizzato da Matteo Carlucci, sommelier AIS, e dedicato alla nuova annata di A' Puddara, Carricante 100% realizzato a Santa Maria di Licodìa. "I primi caldi si avvicinano, e cresce al voglia di bere qualcosa di rinfrescante o brioso, come un bel bianco o una bollicina, anche per accompagnare le pietanze che si andranno alleggerendo e componendo sempre più di pesce e verdure. E allora vi propongo un breve sunto delle cose che più mi hanno colpito tra gli assaggi fatti al White Wine Show di Riccione, andato in scena il 4 e 5 Maggio. Evento poco pubblicizzato, ma molto ben organizzato, per la fortuna dei pochi convenuti, tra i quali ovviamente il sottoscritto. Location nel Palazzo del Turismo di Riccione, banchi di degustazione disposti lungo le pareti delle due ampie sale, al primo e secondo piano, con largo spazio per i presenti. Ottima anche la scelta di rifornire costantemente con cestini di panetteria croccante artigianale, come grissini, taralli e affini, che consentivano di spezzare la degustazione di tanto in tanto. (...) A’ Puddara 2012 – Tenuta di Fessina. Da sole uve Carricante, coltivate alle pendici del’Etna: profonda mineralità di pietra focaia, poi note di miele e fiori di zagara, frutta secca pralinata e cenni esotici di banana e arancia. Gran classe anche al palato, rotondo e avvolgente, corre su un binario di ferrea freschezza, dotato di struttura ricca, con glicerina e sale. Lungo nel ricordo, che fa viaggiare tra le rocce del vulcano più famoso di Sicilia".
A’ Puddara è un vino dedicato alla Sicilia e, come le Pleiadi, che sono un oggetto pulsante nel cielo, è un piccolo continente che ha un cuore che pulsa in mezzo al Mediterraneo. A’ Puddara — “le gallinelle” o “la chioccia” per i pescatori e gli agricoltori, a memoria della poesia di Ovidio – costituiva un segnale che indicava la direzione nel lavoro e nella vita. Immaginiamo i pescatori di Riposto che rientrano dal mare e che, guardando in alto sul vulcano, avvistano le Pleiadi nascoste dietro alla vetta proprio nel punto in cui, come fosse un giardino pensile, riposa il vigneto del Carricante di Fessina. A' Puddara è un vino rigoroso e delineato come A’ Muntagna che si staglia nella notte… Le Pleiadi (conosciute anche come le Sette sorelle, la Chioccetta o con la sigla M45 del catalogo di Charles Messier) sono un ammasso aperto visibile nella costellazione del Toro. Questo ammasso, piuttosto vicino (440 anni luce), conta diverse stelle visibili ad occhio nudo; anche se dagli ambienti cittadini solo cinque o sei delle stelle più brillanti sono visibili, da un luogo più buio se ne possono contare fino a dodici. Tutte le sue componenti sono circondate da leggere nebulose a riflessione, osservabili specialmente in fotografie a lunga esposizione prese con telescopi di dimensione ragguardevole. I membri visibili delle Pleiadi sono stelle blu o bianche, molto luminose; l’ammasso conta in realtà centinaia di altre stelle, la gran parte delle quali sono troppo deboli per essere visibili ad occhio nudo. Le Pleiadi sono un ammasso giovane, con un’età stimata di circa 100 milioni di anni, e una vita prevista di soli altri 250 milioni di anni, a causa della sua bassa densità. A causa della loro brillantezza e vicinanza fra loro, le stelle delle Pleiadi sono note dall’antichità: Omero le citava, come pure Tolomeo ed altri autori dell’età classica. Da quando fu noto che le stelle erano corpi celesti simili al Sole, si iniziò ad ipotizzare che fossero in qualche modo legate fra loro; con lo studio del moto proprio degli astri e la determinazione delle distanze, fu chiaro che le Pleiadi fossero realmente legate gravitazionalmente e che avessero un’origine comune”

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